LGBT
Alessandro aggredito perché gay: “Dieci contro di me”
Anthony Festa 18/09/2025

Nella notte tra il 13 e il 14 settembre c’è stata l’ennesima aggressione omofoba a Roma, questa volta in corso Vittorio, a pochi passi da largo Argentina. Alessandro Ansaldo, sabato scorso ha partecipato ad un evento con delle amiche, durante il rientro a casa le loro strade si sono separate e lui nel tragitto ha usato un ventaglio per trovare ristoro dal caldo, proprio quell’oggetto di uso comune ha attirato l’attenzione di un gruppo di ragazzi. Il 25enne ha visto avvicinarsi un suo coetaneo, che l’ha strattonato per togliergli il ventaglio e poi gli ha sputato in faccia, successivamente un altro membro del gruppo è intervenuto per pestare Ansaldo, mentre gli altri tra risate e commenti hanno fatto da spettatori.
Il racconto di Alessandro Ansaldo a Dentro la Notizia.
Alessandro è stato ospite di Gianluigi Nuzzi nel programma Dentro la Notizia e ha ripercorso nei dettagli l’aggressione subita sabato scorso. La vittima ha raccontato di aver subito discriminazioni anche in passato, addirittura dai professori e dai compagni di classe, ma ha anche aggiunto che quella dello scorso week end è stata la prima volta che qualcuno gli ha messo le mani addosso per il suo orientamento.
“Avevo superato da poco largo Argentina, dove c’è la Feltrinelli e sento le voci di un gruppo di ragazzi dietro di me. Io ho un ventaglio perché faceva caldo, anche se erano le due di notte. E uno di questi ragazzi si avvicina verso di me e io cerco di allontanarmi accelerando il passo. E lui cerca di prendermi il ventaglio e poi mi stringe il ventaglio per romperlo. Poi mi spinge e poi mi sputa in faccia. A quel punto anche io cerco di sputargli in faccia, ma lui inizia a prendermi a pugni. Dopodiché io lo colpisco. Dopo averlo colpito vedo che lui sta fermo un attimo, magari perché era un pochino assordito. E però a quel punto mi attacca un altro di questi dieci ragazzi, gli altri si godono la scena come se fosse uno spettacolo. E questo ragazzo mi colpisce sulla testa e poi mi spinge per terra. E poi io dico, “vi sentite uomini ad aggredire un ragazzo in gruppo? Siete contro uno”. E lui mi ha detto, “resta per terra fr**io di m***a”. E poi ha preso il mio telefono e l’ha lanciato dall’altra parte della strada, dopo se ne sono andati ridendo.
Se saprei riconoscere questi ragazzi? Sì, sicuramente saprei riconoscere quelli che mi hanno aggredito. Perché mi hanno picchiato? Perché avevo un ventaglio in mano e l’hanno visto come un segno di femminilità. Avevano proprio voglia di fare a botte con qualcuno per sentirsi meglio e per sminuire una persona, umiliare ed elevarsi. Poi non so se è il mio modo di parlare. Spesso mi hanno detto che è un modo un po’ delicato di parlare. Magari hanno capito, intuito che sono gay, quindi penso per questo. Se fanno male più le botte o le risate di chi guardava? Tutte e due”.
Purtroppo la storia di questo ragazzo è solo una tra tante, tantissime, nemmeno si contano i casi in cui persone LGBTQ vengono derise, umiliate, discriminate ogni giorno, poi qualcuno non si limita alle risatine o agli insulti e passa alle mani. Non si tratta di casi isolati e di folli, ma si può parlare tranquillamente di piaga sociale di violenze sistemiche e in tutto ciò la nostra classe politica finge di nulla e si preoccupa invece della “libertà di parola” di chi pretende di avere il diritto di vomitare frasi omofobe, discriminare e seminare odio.
“In 10 contro di me”
A #Dentrolanotizia parla il ragazzo aggredito perché gay pic.twitter.com/ejJPWVfxXG
— Dentro la Notizia (@dentronotiziatv) September 17, 2025