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Achille Costacurta fra droghe e tentato suicidio: “Mi hanno fatto 7 tso”
Fabiano Minacci 31/10/2025

Achille Costacurta, ospite del podcast One More Time di Luca Casadei, si è raccontato a cuore aperto parlando di dipendenze, difficoltà e ricoveri forzati. Ha poi ripercorso la sua adolescenza tormentata tra detenzione, TSO, droghe, rabbia e la diagnosi di ADHD, un tentativo di suicidio, un rapporto complesso con i genitori – Billy Costacurta e Martina Colombari – che da sempre cercano di sostenerlo e il desiderio di riscatto lontano da Milano.
“Ho iniziato a fumare quando avevo 13 anni e al compimento dei miei 18 anni ho provato la mescalina” – ha dichiarato Achille Costacurta – “Una volta ho avuto una colluttazione con la Polizia che era stata chiamata perché ero sotto effetto e ho fatto il matto su un taxi. Il poliziotto quando è arrivato, mi ha tirato un pugno in faccia, io ero allucinato quindi l’ho spaccato di legnate. Lì dopo poco mi fanno il primo TSO, me ne hanno fatti 7“.
Ogni TSO è stato diverso per Achille Costacurta ricordando che quando è stato ricoverato a Padova tutti i medici sono stati gentilissimi con lui, mentre quando è stato ricoverato a Milano è stato legato al letto per tre giorni a causa di una colluttazione con un medico. “Urlavo che mi serviva il pappagallo, io ero legato, mani e piedi, tutto, e mi dovevo fare la pipì addosso“.
Achille Costacurta ha smesso di drogarsi dopo l’ennesimo ricovero, questa volta in Svizzera. “Lì mi hanno detto che se fossi arrivato dieci giorno dopo sarei morto perché avevo il cuore a riposto a 150 battiti. Mi hanno detto: ‘Tu sei qua e puoi scegliere, se ti vuoi drogare c’è la strada, puoi andare e puoi fare quello che vuoi. Se invece hai bisogno di una mano, vieni qua e noi ti aiutiamo’. Mi hanno fatto cambiar vita, grazie a loro io non mi drogo più“.
@onemoretimepodcast “Il loro approccio ti fa capire veramente le cose importanti” @achillecostacurta ♬ suono originale – ONE MORE TIME
Achille Costacurta: “Ho tentato il suicidio”
In Svizzera gli è stata diagnosticata anche l’ADHD e da allora, certificato alla mano, è riuscito a migliorare la sua vita e soprattutto il rapporto con i suoi genitori. “Da quando i miei genitori hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’Adhd, il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima in casa quando litigavamo, io andavo fuori, spaccavo porte. Da lì non è mai più successo perché loro ora sanno come dirmi un NO“.
Achille Costacurta ha poi raccontato che quando aveva 15 anni aveva iniziato a spacciare marijuana e per questo motivo è stato arrestato e ha passato il suo sedicesimo compleanno in una comunità terapeutica penale.
In quel periodo stava molto male e non ce la faceva più. Una notte, approfittando del fatto che c’era solo un operatore, lo ha distratto, è entrato nell’infermeria, ha preso le chiavi e si è chiuso dentro. Lì ha bevuto sette boccette di metadone con l’intenzione di togliersi la vita. I soccorsi sono arrivati appena in tempo: i pompieri hanno sfondato la porta e l’ambulanza lo ha portato via. I medici gli hanno poi detto che era un miracolo fosse sopravvissuto, perché la quantità di metadone che aveva ingerito equivaleva a decine di grammi di eroina — una dose che normalmente sarebbe letale.
“Mio papà l’unica volta che gli ho visto scendere una lacrima è stato quando mi hanno portato via. Io tutti i giorni chiedevo di andare a fare l’eutanasia perché non avevo più emozioni e volevo morire. E lì l’ho visto piangere“. Ora però, per fortuna, è un ricordo lontano.








