Achille Costacurta tira una frecciatina a Fedez: il suo brutto ricordo

17 Apr 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Achille Costacurta

Modello e protagonista di Pechino Express insieme alla mamma Martina Colombari, Achille Costacurta ieri ha tirato una frecciatina a Fedez ricordando uno spiacevole aneddoto passato.

Adesso Achille ha 19 anni e quando Fedez è diventato famoso in radio ne aveva solo 10. E proprio in quel periodo – secondo il racconto del modello – gli avrebbe chiesto una foto ricordo ottenendo uno scocciato ‘no’. A raccontarlo è stato proprio lui condividendo su Instagram un video di Chiara Ferragni, in cui si vedono i figli Leone e Vittoria dentro una fabbrica di cioccolato a Dubai, la stessa fabbrica che Billy Costacurta gli ha fatto visitare quando era bambino.

“Questo str**o di Fedez, dato che quando avevo l’etò di Leone io gentilmente chiedo una foto e lui sgarbatamente mi manda via dicendo che lui doveva mangiare. Per non fare il suo gioco mio papi ha preso ed è andato a casa. Tutto questo era solo per dire grazie papi che da Kidszania [la fabbrica di cioccolato, ndr] ci siamo andati quasi dieci anni fa”.

Achille Costacurta ha poi chiuso il post sgrammaticato (aiuto!) con una riflessione: “Forse ora non lo farebbe più perché ha avuto figli? Boh! Anzi, fate una cosa: chiedeteglielo se ancora oggi rifiuta le foto a un bambino!“.

Fedez non ha ovviamente risposto.

 

 

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Achille Costacurta: “Sono stato schiavo dei social”

Il figlio di Billy Costacurta fra le pagine di DiPiù ha confessato di essere stato schiavo dei social e di esserne uscito grazie all’aiuto dei genitori.

“Per me i social network sono stati come un gioco d’azzardo. Una vera e proprio dipendenza. Non riuscivo a farne a meno. Non riuscivo a uscirne. Trascorrevo le mie giornate a letto, con il telefonino in mano, a navigare sui profili altrui per vedere quello che facevano. A volte per imitarli e per fare meglio di loro. Sempre. È stato un periodo durissimo, che ho affrontato e superato anche grazie all’aiuto dei miei genitori che mi hanno capito e supportato. L’abitudine ti consuma. Se non sei capace di uscirne, ti prende la vita. Ti porta via. C’è voluto del tempo, sono stato aiutato e ne sono uscito. Adesso non sono più schiavo di quel mondo e mi godo ogni singolo minuto delle mie giornate. Spesso senza mandare o ricevere messaggi. Sono io a decidere quando leggere un messaggio oppure quando mandarlo”.

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