A Star Is Born, i segreti di Bradley Cooper e i suoi trucchi sul set

Bradley Cooper svela i segreti dietro al personaggio di Jackson Maine.

16 Set 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Non solo Lady Gaga con la sua voce (il suo nome) e la sua interpretazione, il successo di A Star Is Born è dovuto soprattutto a Bradley Cooper che è anche il regista del film. Per calarsi nei panni di Jackson Maine l’attore ha fatto un durissimo lavoro e non tutti sanno che ha chiesto aiuto ad un grande nome della musica internazionale, Eddie Vedder dei Pearl Jam.

“Sono andato a Seattle e ho trascorso quattro o cinque giorni con Eddie, gli ho fatto circa 9.000 domande. Lui mi ha fornito dei consigli che solo i musicisti conoscono, sia a livello estetico che interiore. All’inizio lui era molto scettico. Quando gli ho parlato del film che volevo fare pensava fossi pazzo. Mi ha consigliato di lasciar perdere. Poi si è ricreduto però.

Per avere i risultati sono serviti mesi e non solo l’aiuto di Eddie. Ad esempio ho usato Sam Elliott perché non volevo che Jackson fosse solo un musicista country e non volevo che avesse un accento. Sam è cresciuto in California e sua madre è nata in Texas, quindi lui ha questa grandiosa voce ibrida”.

Bradley Cooper però ha avuto un grosso problema, essendo astemio infatti ha dovuto faticare un po’ per recitare il ruolo dell’artista con problemi di alcolismo. Per arrossare gli occhi e sembrare ubriaco, l’artista durante le riprese ha usato il mentolo e per cambiare il colore della pelle ha fatto delle docce abbronzanti.

La Germanotta è stata brava, ma diciamola tutta: con un altro attore il film non avrebbe avuto lo stesso successo.

Bradley Cooper per A Star Is Born ha anche abbassato il tono della sua voce.

“Sapevo che non potevo interpretarlo mantenendo le mie caratteristiche, dovevo cambiare tutto. Sapevo che volevo abbassare il mio tono di voce di un’ottava. Quindi ho assunto Tim Monich fin dalle prime fasi della produzione, ovvero un anno prima dell’inizio delle riprese. Si è trasferito a Los Angeles e abbiamo lavorato cinque giorni ogni settimana, quattro ore al giorno con degli esercizi necessari ad abbassare la mia voce”.

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