Stefania Nobile e Wanna Marchi ammettono il loro passo falso e svelano come vivono adesso

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Massimo Giletti ieri sera ha fatto il colpaccio e nel pieno del successo della serie Netflix Wanna, è riuscito a portare a Non è L’Arena Stefania Nobile e Wanna Marchi. Le due donne si sono trovate davanti Luca Telese che continuava a chiedere loro di ‘soldi presi a vittime deboli’. Il conduttore però ha subito fatto notare che le sue ospiti avevano già pagato caro i loro errori e che quello studio non era un’aula di tribunale: “Ricordiamo che hanno pagato con 9 anni di carcere e in Italia è raro che si paghi tutto“.



Stefania Nobile: “La nostra leggerezza”.

Stefania Nobile e sua madre hanno anche spiegato qual’è stata la loro vera leggerezza. Le cose infatti sono precipitate quando le due regine delle televendite sono passate dal vendere prodotti cosmetici allo sponsorizzare ‘la fortuna’ insieme ad un individuo misterioso, il Maestro Do Nascimento.

“Mai detto di essere innocente e mai lo dirò. […] Come potete voi che fate la televisione, credere alla televisione? […] Il nostro passo falso? Ascoltiamo il Marchese Capra De Carrè che ci consigliò di portare Do Nascimento in televisione. Ci disse che era bravo. Quella è stata la nostra leggerezza che poi abbiamo pagato. L’idea di vendere amuleti e i numeri è stata ‘Maestro’, che non è scappato, lui era libero ed è andato a casa sua in Brasile.  All’inizio vendevamo il tema astrale, una sorta di oroscopo e la gente pagava. Poi dopo sono arrivati gli amuleti e i numeri del lotto, poi alla fine il sale. Con gli anni poi Do Nascimento era diventato anche il mio migliore amico. Era bello furbetto, i soldi piacevano a lui quanto a noi. Era capace di capire tutto e non è vero che l’idea di quello che abbiamo fatto è venuta a noi e basta. Eravamo noi è! Lui aveva le nostre stesse responsabilità.



A noi fu proposto di patteggiare, mia mamma voleva e io no. Ci dissero che ci avrebbero dato 4 anni e preso tutti i beni, che hanno preso lo stesso. Uno deruba un frutteto e va bene. Ma quando siamo arrivate in tribunale ci siamo accorte di essere state accusate di aver derubato il frutteto, distrutto il villaggio, incendiato case, sequestrato gli abitanti. L’abbiamo pagata cara anche per ciò che non abbiamo detto e fatto”.

“Come viviamo adesso”.

“Come vivo? Io sono una dipendente con un signor stipendio. Lavoro nei locali del mio ex compagno Davide. E se lei mi dice il suo stipendio io dico senza problemi il mio. E non è adesso, lavoro con lui da 20 anno da quando ci conosciamo. In Albania invece creo i locali, li avvio e poi li vendo. Mia mamma è una pensionata e prende 600 € al mese con più di 40 anni di contributi”.