Selvaggia Lucarelli rivela il costo di Belve e perché non ci andrà mai

25 Mar 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Selvaggia Lucarelli Francesca Fagnani

La puntata 55 del podcast Il Sottosopra di Selvaggia Lucarelli è stata interamente dedicata a Belve di Francesca Fagnani. “Ho aspettato il termine di questa edizione per commentarlo perché, per dirla in maniera semplice, volevo capire dove andasse a parare. E non solo il programma, ma tutto ciò che lo circonda“. Con queste premesse mettetevi comodi.

Selvaggia Lucarelli: “Belve? Un programma a metà fra un’ipnosi regressiva e la copertina di Chi”

“A leggere i social e i siti, Belve è il più grande caso televisivo della storia dell’umanità. Il giorno prima della messa in onda io ho la timeline invasa da dichiarazioni shock fatte a Belve, da gente che dichiara a Francesca Fagnani di essere stata aggredita, abusata, di gente che dice che le piace troppo il pisello, che si drogava come una scimmia, che era trisex, che voleva ammazzarsi, che è stata su Marte, che ha visto gli unicorni e che fa la moltiplicazione dei pani e dei pesci. […] Belve non è un programma è una cosa a metà fra una seduta di ipnosi regressiva in cui la gente tira fuori cose che aveva rimosso e la copertina di Chi”.

La critica a Francesca Fagnani

Francesca Fagnani fa la giornalista, ma quello che le sta più a cuore non è che il programma sia godibile, ma che sia notiziabile. Ovvero che tutti gli ospiti dicano qualcosa che poi sarà rilanciato da siti, social e giornali facendo rimbalzare le dichiarazioni un po’ ovunque. […] Belve è di fatto un programma di interviste dove l’intervistato è l’elemento meno valorizzato. Non viene fuori un ritratto inedito. C’è soprattutto l’urgenza evidente della conduttrice di strappare una frase ad effetto e il desiderio di avere la palla alzata per sottolineare una risposta magari fessa con una faccetta sprezzante o la battutina sarcastica.

Belve insomma è un programma pensato per valorizzare la personalità dell’intervistatrice, non dell’intervistato. Ovviamente con le dovute gerarchie perché se l’intervistato è il Presidente del Sanato La Russa, la belva Fagnani è un po’ meno belva rispetto a quando intervista Pamela Prati”.

E ancora:

“Le mie considerazioni sul programma non sono dei difetti, Belve è un format costruito così. Lì si va per far vincere la conduttrice, per qualche ospite sarà un’intervista, per qualcuno sarà un’imboscata. Un format un po’ lontano da Le Invasioni Barbariche di Daria Bignardi”.

La critica ai giornalisti

“Fagnani è un’ottima pr di se stessa e così gli ascolti modesti di Belve diventano un successo, mentre quelli di Cattelan diventano flop. […] Se ci fosse un minimo di spirito critico i giornalisti che si occupano di tv dovrebbero sottolinearlo, ma nessuno sembra aver voglia di farlo per non inimicarsi Francesca Fagnani. Va bene avere simpatia per un programma o un conduttore, ma l’onestà intellettuale non dovrebbe essere assassinata”.

Selvaggia Lucarelli: “Perché non andrei mai a Belve”

“Il suo programma prodotto esternamente costerebbe 360 mila euro a puntata, una cifra imponente come investimento per la Rai vista la sua nota oculatezza. […] Belve è un programma di interviste dove di davvero feroce c’è soprattutto l’ambizione di chi lo conduce. A me le persone ambizione piacciono, muovono un sacco di cose nel mondo, ma un’intervista non gliela concederei mai”.

Che Belve sia un programma a metà fra un’ipnosi regressiva e la copertina di Chi è un po’ vero, ma credo sia proprio questa la sua forza. A me piace da morire.

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