Paolo Ruffini rivendica la f-word nelle sue battute: “Chi si offende è imbecille”

20 Apr 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Paolo Ruffini

Paolo Ruffini è un grande comico toscano e ospite da Marco Cappelli nel podcast Gurulandia ha rivendicato il diritto di usare la F-Word per fare battute sugli omosessuali.

“Io faccio battute sugli etero, non capisco perché non posso fare battute sugli omosessuali” – ha esordito Paolo Ruffini, anche se a memoria non ricordo alcuna sua battuta sugli etero (?) – “Io adesso ti faccio una citazione di un film di Monicelli che dice ‘come si sta bene tra di noi ragazzi, non era meglio nascere tutti f**occhi?‘. Ora, se c’è qualcuno che si offende per questa battuta secondo me è un imbecille”. E ancora: “E se gli dò dell’imbecille non gli dò dell’imbecille in quanto omosessuale. Gli dò dell’imbecille in quanto miope. Poco capace intanto di ricordarsi una grande battuta e di riconoscere una grande battuta. E poi come persona che ha poca voglia di essere escluso da un concetto meraviglioso che non offende nessuno”.

Ecco il video:

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Paolo Ruffini rivendica la f-word nelle sue battute: “Chi si offende è imbecille”

Il discorso di Paolo Ruffini è stato applaudito dai follower di Gurulandia e su TikTok è diventato virale, ma fa acqua da tutte le parti. Insomma, a meno che non mi sia sfuggito il suo coming out, lui è etero e da etero non può avere la pretesa di stabilire che la parola “f**occhio” non offenda nessuno. Lui ha avuto il privilegio di non essersi mai sentito dire quella parola con intento denigratorio e per questo motivo non può sapere cosa significa sentirsela urlare contro fin da piccoli. Quindi, anche se nelle sue intenzioni la f-word è usata con ironia, non tutti quelli a cui è stata urlata ora riescano a ridere se la sentono in “una grande battuta” (partorita in un’altra epoca). La citazione usata da Paolo Ruffini per rivendicare l’uso della f-word risale al film Amici Miei di Mario Monicelli che è uscito al cinema nel 1975.

Certo che si possono fare battute sulle persone LGBTQ, così come si fanno sugli etero, ma paragonare le due cose tirando in ballo termini come “fin****o” non ha molto senso, in primis perché non esistono termini  altrettanto offensivi con cui gli eterosessuali vengono etichettati da secoli e usati in contesti in cui le persone etero sono vittime di violenza in quanto non omosessuali.

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