Pagelle di Sanremo 2024: cosa pensano i giornalisti dei brani in gara
15 Gen 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 36 minuti
Nella giornata di oggi i giornalisti della Sala Stampa del prossimo Festival di Sanremo sono stati chiamati ad ascoltare in anteprima le canzoni e queste sono le loro pagelle.
La prima a spillare qualcosa prima dell’embargo (ufficialmente non possono pubblicare le loro pagelle prima delle 18 di oggi, 15 gennaio) è stata Ema Stokholma che su Twitter ha semplicemente scritto “mi viene da dire viva le donne” alludendo al fatto che i brani delle 9 donne in gara sono fra i più belli.
Primo ascolto brani di sanremo 24
Mi viene da dire VIVA LE DONNE— ema stokholma (@emastokholma) January 15, 2024
Pagelle di Sanremo 2024: cosa pensano i giornalisti dei brani in gara
La pagella di All Music Italia
ALFA – VAI!
Pezzo up tempo arrangiato in chiave finto country, un po’ alla “Timber” di Pitbull & Kesha, con tanto di “uh” e fischietto con video già scenograficamente pronto, fatto di tori meccanici e lazzi. Carina per le radio ma non passa alla storia come pezzo su cui, fra gli altri, poggiarci una carriera. Accettabile nell’insieme
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: Mi hanno detto che il destino te lo crei soltanto tu
ALESSANDRA AMOROSO – FINO A QUI
Alessandra fedele ad Alessandra e non vi racconto di quella che ultimamente si era data una botta di vita in pezzi scatenati. Non regala niente di nuovo e anche se il tema è importante, la resa è troppo vicina a cose che già ci ha fatto sentire. Noiosetta. Inoltre la voce sembra aver perso potenza… ma non quella sensazione che la lacrima sia sempre dietro l’angolo
Cinque ½
⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase:… a sentirmi come Sally senza avere più voglia di fare la guerra.
ANNALISA – SINCERAMENTE
Il mood è quello che Nali sta cavalcando da un bel po’ e che le ha dato il grandissimo successo. Non ci si aspetti nulla di diverso oltre un brano che funziona, che gioca con ambientazioni dance e spinge a far muovere il piedino a chi nemmeno lo sa fare. Lei canta come sempre molto bene, però volendo avrebbe potuto osare di più.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: la frase non c’è!
LOREDANA BERTÈ – PAZZA
Piglio rock, sicuramente attuale per quel che riguarda il suo vissuto, anche nel fatto che, dopo anni in cui la si giudicava una pazza, oggi è tornata ad essere amatissima e seguita. Ha spinta, groove. Si canterà.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: io sono pazza di me, di me e voglio gridarlo ancora, non ho bisogno di chi mi perdona…
BIG MAMA – LA RABBIA NON TI BASTA
Fra gli up tempo urban la “mama” big funziona più di chiunque altro. Ha un testo importante, spiegato con parole comprensibili anche al pubblico a cui si rivolge ed un ritmo che conquista e che difficilmente faticherà ad entrare nelle playlist radio
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: Una figlia che perde chi la vuole avere, quindi apri altre ferite. Vorresti solo un altro corpo, ma a quale costo?
BNKR44 – GOVERNO PUNK
Leggera e a tratti persino insopportabile per mood infantile. Ci si chiede se può un pezzo del genere avere addirittura tutti questi autori. Eppure musicalmente poteva dire qualcosa di più. E’ l’inciso che abbassa decisamente il risultato.
Quattro
⭐⭐⭐⭐
La frase: Scrivo dentro un garage, la mia testa è un collage di canzoni e momenti tristi; ho finito le chance
CLARA – DIAMANTI GREZZI
Metà ballata nel perfetto stile urban che tanto è in voga oggi. Inciso invece up tempo elettronico in cui le parole si susseguono velocissimamente, capendo pochetto se non con il testo davanti. Ricorda un po’ il metodo di cantare di Mara Sattei. Radiofonicamente può camminare molto.
Sei +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
La frase: Non sappiamo fare a meno di parole, che quando si schiantano lasciano il segno….
DARGEN D’AMICO – ONDA ALTA
La base è più o meno similare a quella di “Dove Si balla” di cui si candida forse a primo ufficiale follow up. Anche l’inciso apre alla coralità, richiamando il pubblico alla partecipazione… e parteciperà. Però uffà, un po’ d’inventiva? Il testo è comunque meno facilone di come arriva in apparenza, dicendo persino cose importanti e probabilmente col giusto piglio per essere seguito. Si spera.
Sei ½
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: questa volta hai fatto proprio un bel casino, alla contraerea sopra un palloncino…
Fred De Palma – Il Cielo Non Ci Vuole
Niente reggaeton per De Palma ma la linea che lo separava da colleghi come Mahmood o Blanco è stata ampiamente superata. Del primo non ha il timbro caratteristico e del secondo il carisma. Il pezzo piacerà tanto alle radio, ma l’effetto stanchezza può sopraggiungere già al secondo ascolto.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: Ma tu promettimi che staremo bene anche all’inferno; il cielo non ci vuole…
DIODATO – TI MUOVI
Melodicamente costruita con tanti ricordi di musica che è stata e che Antonio sa fare perfettamente sua, attualizzandola. Cresce sicuramente con il live. Bello spazio special per l’orchestra e se lui canta come sa cantare, il teatro lo premierà.
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
La frase: Ma anche se sai che è inutile , anche se sai che è inutile, tu ancora ti muovi, qui dentro ti muovi, cerchi l’ultima parte di me…
EMMA – APNEA
Anche qui l’Ariston ballerà grazie ad una cassa stile primi anni 80, di cose alla Carrà di quegli anni o persino alla Viola Valentino, ripulita dai sussurri dell’epoca. Ha giocato a tirare un colpo che la gente da lei probabilmente non si aspettava. A me è piaciuta proprio perché non ha rifatto se stessa.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: Lasciami stare nel tuo temporale se grandini, tagliami il cuore se vuoi con un paio di forbici…
GAZZELLE – TUTTO QUI
Strano questo pezzo del cantautore romano, spostatosi su un terreno scricchiolante in stile Tommaso Paradiso dove, o c’hai la canzone eccezionale o ti confondi nella massa. Sicuramente si presta all’arrangiamento orchestrale, però non spicca, resta nel vorrei ma non posso con opzione “riascolto”.
Cinque ½
⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: ma domani potremmo anche ridere, o almeno sorridere, tutto qui…
GEOLIER – I P’ ME, TU P’TE
Sound moderno, perfetto incastonamento in una urban che lo ha visto diventare protagonista a poco a poco. Anche se cantata in napoletano è comunque comprensibile ai più (tranne al collega da Milano che dice di non averci capito granchè) e si rivela potente per piacere a più palati. Ottima l’apertura dell’inciso che stavolta conquisterà anche il mondo radio che forse è rimasto l’ultimo a doverlo premiare ancora.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: e stev pnzann a tutte le cose che ho fatto e tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro…
GHALI – CASA MIA
Ha trovato un buon groove ma il testo è abbastanza prevedibile. Lui chiaramente sa far suo l’argomento dell’inclusione, solo che poteva affrontarlo in maniera meno semplicistica, un po’ troppo da compito in classe di prima media. Un passaggio della seconda strofa però strappa l’attenzione, quello riferito ai bombardamenti, per un pezzo di terra, un pezzo di pane.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: la strada non porta a casa se la tua casa non sai qual è
IL TRE – FRAGILI
Non riesce a venirmi in mente a quale canzone recente assomiglia l’apertura dell’inciso di questa canzone, ma assomiglia tanto. Pezzo fragilino, che pure alle radio può piacere, ma che lascia davvero poco. Tutto è già sentito, anche l’arrangiamento.
Quattro ½
⭐⭐⭐⭐✨
La frase: ma siamo fragili come la neve, come due crepe
IL VOLO – CAPOLAVORO
Divisioni delle parti della canzone sempre uguali e loro, come sempre, uguali a se stessi. L’inciso è potente e strappa facili applausi in sala, gigionando con l’orchestra, cosa anche questa che gli è propria. Non è un brano brutto, ma dove stavamo con “Grande Amore” ancora li stiamo. Buon per loro perché potrebbero fare podio.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: cadi dal cielo come un capolavoro, prima di te non c’era niente di buono...
IRAMA – TU NO
Avrà la sua bella difficoltà live, perché Irama in live su queste note non credo ci sia mai andato. La produzione sulla voce tiene tutto troppo chiuso nelle strofe, troppo cupo. Forse proprio per far notare la differenza d’impatto dell’inciso? Mah! Io non la trovo una cosa bella. E comunque il fantasma di Lewis Capaldi è troppo presente… non ha ancora trovato la luce da seguire!
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: Cercavi un modo per proteggermi però non c’eri quando volevo che tu fossi qui
LA SAD – AUTODISTRUTTIVO
Attitude punk per un pezzo che è firmato da Riccardo dei Pinguini e un po’ si sente. Il testo è pieno di parole e gioca camminando sul filo fra cose che si possono dire o che sarebbe meglio evitare. Si sono giocati bene la loro possibilità per un pubblico più ampio ma senza snaturarsi.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: e prendo a pugni lo specchio, io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso…
MAHMOOD – TUTA GOLD
Sempre tanta produzione moderna e giovane. Il testo dice pochino, segue espressioni tipiche di un mondo che l’artista vive e che continua a proporre. Non sorprende e forse è questa la grande pecca.
Sei =
⭐⭐⭐⭐⭐⭐=
La frase: A stare nel quartiere serve fottuta personalità. Se partirai dimmi tua madre chi la consolerà…
ANGELINA MANGO – LA NOIA
Firma anche Madame e ne viene fuori una canzone moderna che gioca con più stili, fra cui la cumbia, in cui lei riesce a firmare con il suo piglio impertinente ma anche riconoscibile ciò che canta. Funziona e conferma Angelina come uno dei personaggi femminili più forti fra le nuove leve.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
La frase: Una corona di spine sarà il dress per la mia festa
MANINNI – SPETTACOLARE
Ballata misurata ed evocativa, con una bella apertura d’inciso, che rivela un cantautore giovanissimo che si gioca molto bene la sua possibilità. Arriva potente nonostante la pulizia e nessun aiutino da studio.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: stringerti forte è spettacolare come il primo giorno d’estate, come i dischi belli che non scordi più…
FIORELLA MANNOIA – MARIPOSA
Ritmata, tenuta da chitarre che in qualche modo latineggiano e ricordano vagamente cose alla Gerardina Trovato, di cui non si riparla mai. L’inciso resta in testa perché memorizzabile per ogni generazione, anche per i bambini. Non è la Fiorella che ti aspettavi a Sanremo, ma per chi la vede spesso live, lei è anche così.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: Mi chiamano con tutti i nomi, tutti quelli che mi hanno dato e nel profondo sono libera…
MR RAIN – DUE ALTALENE
L’anno scorso sfruttava un inciso ficcante, quello coi bambini; oggi invece un’apertura all’orchestra sempre per l’inciso e per gli spazi musicali. Si muove sempre nel solito range e forse rispetto all’anno scorso paga un po’ di non sortire l’effetto sorpresa. Brano passabile, nella media.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
NEGRAMARO – RICOMINCIAMO TUTTO
Si cita Battisti in un pezzo che però ci mette un po’, forse un po’ troppo per aprirsi, per guadagnare una ritmica che galvanizzi anche la presenza della band. Alla fine soltanto riconosci la vera essenza della band. A primo ascolto non mi ha colpito, forse anche perché sto ancora aspettando un’apertura che non mi arriva in un mondo parecchio Coldplay, che invece sono più immediati.
Cinque ½
⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: E ogni volta che sembrava tutto perfetto, c’è sempre un pezzo che ci manca
FRANCESCO RENGA & NEK – PAZZO DI TE
Trovo che entrambi si stiano spendendo in pezzi decisamente minori rispetto ad una carriera che ha avuto sempre un suo decoro. Questa ballata potevano inciderla tranquillamente nel 2001… davvero troppo fuori tempo massimo.
Quattro
⭐⭐⭐⭐
La frase: …e lo sa solo Dio chi è più pazzo di me, sotto questo mantello di cielo
RICCHI & POVERI – MA NON TUTTA LA VITA
Si vestono up tempo, ma, nel loro caso, come da tradizione verrebbe da dire. E’ chiaro che le voci non siano più quelle di una volta, però il pezzo strappa consensi in sala, li riporta ad una cantabilità di massa per cui non devono chiedere certo permesso a nessuno. Se festa deve essere festa sia.
Sei ½
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: Anche la più bella rosa diventa appassita, va bene ti aspetto ma non tutta la vita
SANGIOVANNI – FINISCIMI
Sicuramente personale nel testo. Tra effetti sulla voce e note spezzate con fiati presi qua e là, diciamo pure che la forma ballata non gli riesce propria.
Lui si è preso un pochetto di pausa ma è tornato come lo avevamo lasciato: non sapeva cantare prima e non sa cantare adesso. Non trovo crescita, anzi ci trovo persino un po’ di noia.
Quattro
⭐⭐⭐⭐
La frase: io non so come si controllano le emozioni, perciò delle volte ho fatto un po’ il coglione
SANTI FRANCESI – L’AMORE IN BOCCA
Il duo ha come sempre groove. Propongono cose che possono andar bene a più palati, ma lo fanno senza mai rinunciare ad una loro “stilosità”, senza scadere nell’ovvio. Può crescere con gli ascolti
Sei ½
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: Mi hai lasciato con l’amore in bocca e intanto la tua luce sorge, forte e brucia la mia pelle a volte…
THE KOLORS – UN RAGAZZO UNA RAGAZZA
Hanno trovato il loro mood definitivo e lo portano anche sulle assi dell’Ariston e l’Ariston ballerà. Da cantare esattamente due minuti dopo averla ascoltata. Entra in testa e gioca fra sound che furono di una disco che non passa mai di moda.
Sei ½
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
La frase: Lo sai che quando pensi di star bene poi ci rimani sotto sei un proiettile nel cuore però avevo il giubbotto…
ROSE VILLAIN – CLICK BOOM
La novità è che Rose qui canta per davvero, proponendosi in strofe melodiche che hanno reminiscenze uk. La resa live è tutta da vedere perché il pezzo facilissimo non è. Inciso accattivante, di quelli che restano in mente.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
La frase: …e non ho paura del buio ma di svegliarmi con accanto qualcuno
La pagella di Il Sole 24 Ore
Clara, «Diamanti grezzi» 5-
La vincitrice di Sanremo Giovani giovanileggia su un dance pop molto tirato: «Cosa siamo noi?/ Siamo diamanti grezzi/ Cadono in mille pezzi di una storia sola/ Dove andremo poi?» Non molto lontano, ci verrebbe da rispondere.
Diodato, «Ti muovi» 5.5
Nel 2020 vinse, complice il voto della sala stampa che, col regolamento dell’epoca, aveva un peso importantissimo. Subito dopo ci fu la difficile stagione del lockdown che non aiutò certo la crescita del suo progetto. Diodato sceglie di tornare a Sanremo con una ballad pianistica dalla strofa intimista che evolve in un ritornello che si apre proprio come piace ad Amadeus. Basteranno a riportarlo in zona podio?
Mahmood, «Tuta gold» 6-
Attenti a Mahmood che, quando passa per l’Ariston, trova sempre il modo di vincere qualcosa. Stavolta se la gioca con un pezzo urban superprodotto, ambientato ai bordi di periferia. Tra chi sognava di farcela e chi ce l’ha fatta veramente: «Ballavamo nella zona Nord/ Quando mi chiamavi fra/ Con i fiori fiori nella tuta gold/ Tu ne fumavi la metà». Da qui l’euforia che circonda il brano.
Sangiovanni, «Finiscimi» 4.5
Anche i ggiovani evidentemente tengono i loro problemi di cuore. Sentite la struggente testimonianza, formato ballad, di Sangiovanni: «Tu che non mi ami/ E io ancora che ti chiamo/ per dirti/ Finiscimi/ Fammi sentire quanto sono pessimo». Verrebbe la voglia di prenderlo in parole e staccare la spina dell’impianto stereo.
Loredana Berté, «Pazza» 7
Vai ai pre-ascolti di Sanremo 2024 e il miglior pezzo lo senti cantare da una (non) signora di 73 anni che c’era già a Sanremo 1986. Loredana Berté torna all’Ariston con una cavalcata post rock costruita su un riff che ricorda gli ultimi Smashing Pumpkins (!) e un ritornello che è un po’ una variazione sul tema di Dedicato a: «Io sono pazza di me di me/ E voglio gridarlo ancora/ Non ho bisogno di chi mi perdona/ Io faccio da sola, da sola». Siamo già pazzi di lei ma ci resta un dubbio: la resa sul palco sarà la stessa della versione in studio?
BNKR44, «Governo punk» 5-
I BNKR44 arrivano da Sanremo Giovani, contengono rappresentazioni di rock and roll, qualche citazione furba («Dammi un po’ di te, un pezzo dei Blur, un locale da spaccare) e qualcuna sempliciotta («Metti un altro film, un pezzo dei Queen»). La cosa migliore del loro pezzo è il titolo.
Alessandra Amoroso, «Fino a qui» 5.5
La Amoroso punta a mettere d’accordo grandi e piccini con un piccolo aiuto di Takagi e Ketra. Ballatona con il ritornello che riprende il concetto de La Haine di Mathieu Kassovitz: «E anche se lentamente cado giù/ da un grattacielo/ durante il volo/ piano dopo piano/ mi ripeto/ fino a qui tutto bene». Non la nostra tazza di te, ma il ragionamento deve essere stato «Give the people of Sanremo what they want».
Fred De Palma, «Il cielo non ci vuole» 4-
Tamarrata danzereccia che pare generata dall’intelligenza artificiale: «Ma tu promettimi che/ staremo bene anche all’inferno/ Il cielo non ci vuole». Chissà all’inferno che ne pensano.
Fiorella Mannoia, «Mariposa» 6
La Mannoia latineggia di farfalle e libertà delle con un testo ermetico sull’essere donna oggi: «Sono la strega in cima al rogo/ una farfalla che imbraccia il fucile/ una regina senza trono/ una corona di arancio e di spine». Sei politico.
The Kolors, «Un ragazzo una ragazza» 6
Dancefloor anni Settanta che sfrutta l’onda lunga del successo di Italodisco. Stash ci mette il senso dell’airplay, Davide Petrella il mood sanremese. «Un ragazzo incontea una ragazza». L’esperimeto può arrivare in zona podio.
Emma, «Apnea» 5
La musica è alchimia. Emma, Davide Petrella, Paolo Antonacci e Julien Boverod si mettono insieme per fare un pop contemporaneo e ne esce quello che potrebbe essere un pezzo di Pupo: «È colpa mia/ Se adesso siamo in bilico/ Ma è colpa tua/ Hai gli occhi che mi uccidono». In apnea ci restiamo noi.
Santi francesi, «L’amore in bocca» 5.5
Vincitori di X Factor 2022 passati per Sanremo Giovani 2023, i Santi Francesi propongono un pop con testo ermetico e ambizioni antemiche: «Mi hai lasciata con l’amore in bocca/ senza farlo apposta». De gustibus.
Rose Villain, «Click boom!» 4
Parte come una ballata cupa, diventa un tormentone danzereccio: «Ricordo ancora il suono click boom boom boom/ Senti il mio cuore fa così boom boom boom/ corro da te sopra la mia vroom vroom vroom». Come direbbe il poeta: «La broom del capo ha un buco nella gomma».
Negramaro, «Ricominciamo tutto» 6-
Prima partecipazione in gara al festival di Sanremo per i Negramato che ricominciano tutto scommettendo su una ballad epica alla Negramaro: «E allora piove da quel buco sulle teste/ sì, ma non fa niente/ Tanto si riparte/ Non so nemmeno dove». Venti anni fa avrebbero vinto facile, vent’anni dopo chi lo sa.
Big Mama, «La rabbia non ti basta» 3
Solita cassa in quattro e ritornello pieno di rivendicazioni di genere general generiche: «Guarda me/ Adesso sono un’altra/ La rabbia non mi basta» Appunto: il voto è 3.
Renga e Nek, «Pazzo di te» 4.5
Ballata pop chitarristica sull’ineluttabilità dell’amore, sentimento di cui, comunque la mettiate, i nostri due ragazzi degli anni Novanta proprio non riescono a fare a meno: «Sono pazzo di te e non sai come vorrei farne a meno». In confidenza: anche noi ne avremmo fatto volentieri a meno.
Ghali, «Casa mia» 5-
Urban studiato a tavolino per il ritorno in grande stile di Ghali. Testo pieno di grandi verità: «Il prato è verde, più verde, più verde/ Il cielo è blu, blu, blu». Gli autori, oltre a Ghali, sono Davide Petrella e Michelangelo ma ci avremmo visto benissimo anche Maccio Capatonda in versione Padre Maronno.
Irama, «Tu no» 4-
Irama parte gridando, quasi fosse un Adriano Pappalardo postmoderno: «Solo una stupida canzone per riuscire a riportarti da me». Gli auguriamo sentitamente di riconciliarsi con la destinataria della canzone, ma da un’altra parte.
Angelina Mango, «La noia» 6-
Angelina Mango arruola Madame e Dardust per provare a lasciare il segno in questo Sanremo. La sua «è la cumbia della noia», la senti una volta e te la ricordi: programmata per la zona podio.
Geolier, «I p’ me, tu p’ te» 5-
Il concetto è lo stesso di Most Likely You Go Your Way (and I’ll Go Mine) di Bob Dylan, gli sviluppi abbastanza diversi. Il genere è urban, la lingua ardita: «Nuij simm ddoje stell ca stann precipitann». Non è napoletano: è napolese.
Maninni, «Spettacolare» 5
Pop al pianoforte, ballata dal ritornello catchy sull’importanza dello stare insieme: «Ma abbracciami abbracciami che è normale/ Stringerti forte è spettacolare». Uno spettacolo non troppo originale.
La Sad, «Autodistruttivo» 6-
Premessa doverosa: ai preascolti 2023 demmo 6- a Splash di Colapesce e Dimartine, eppure era la canzone più bella di quel festival per distacco. Ce ne accorgemmo al secondo ascolto, perché quello era un pezzo da ascoltare e riascoltare per poter essere apprezzato. Ci piacerebbe per questo ascoltare una seconda e una terza volta Autodistruttivo di La Sad che provano a raccontare al pubblico mainstream il punto di vista di chi vive ai margini per scelta («E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro a ’sto casino») con l’aiuto di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari.
Gazzelle, «Tutto qui» 5.5
Ballad Brit con qualche metafora originale («Sembriamo due panda») e un ritornello di facile memorizzazione: «Vorrei guardare il passato con te/ addosso al muro col proiettore». Tutto qui.
Annalisa, «Sinceramente» 5-
Sinceramente un pezzo dance pop così furbo a Sanremo non lo sentivamo da un pezzo: «Sinceramente quando quando quando quando piango». Funzionerà, c’è da scommetterci sopra, ma anche in questo caso siamo in odore di intelligenza artificiale.
Alfa, «Vai!» 3
La strofa sembra una cover degli Oasis, appena un po’ più ruspante dell’originale. Caro Alfa, non avremmo saputo dirlo meglio: vai!
Il Volo, «Capolavoro» 4.5
Per i tenorini del Volo ritorno all’Ariston all’insegna della modestia. Passi per la struttura da ballad anni Ottanta con la voce impostata marchio di fabbrica che affiora qua e là, ma come si fa a intitolare un pezzo Capolavoro? In pianura padana direbbero: «Vula bass’».
Dargen D’Amico, «Onda alta» 6.5
Tra le pochissime canzoni di questa edizione che vogliono dire qualcosa di più che non sia il solito ti amo: «Sta arrivando sta arrivando l’onda alta/ Stiamo fermi e non si parla e non si salta». Speriamo che arrivi per davvero.
Il Tre, «Fragili» 4-
Solito poppettino orecchiabile con qualche suggestione urban: «Siamo fragili come la neve, come due crepe». Fragili un po’ come questa canzone.
Mr. Rain, «Due altalene» 4
Chef Mr. Rain cucina la specialità della casa: la pop song che piacerà a tutti bambini, un po’ come la cotoletta con le patatine fritte: «Io e te fermiamo il momdo quando siamo insieme/ anche se dura un secondo come le comete». Ci accontenteremmo già se fermassero l’indice glicemico.
Ricchi e Poveri, «Ma non tutta la vita» s.v.
Nei Sanremo di Amadeus non manca mai la quota retro cinge: stavolta è espressa dai Ricchi e Poveri che si producono in quello che dovrebbe essere un pop contemporaneo: «Anche la più bella rosa diventa appassita/ Va bene ti aspetto ma non tutta la vita». Ingiudicabile.
La pagella di Il Fatto Quotidiano
ALESSANDRA AMOROSO – FINO A QUI: Una ballata sulla consapevolezza di sé. Il pianoforte introduce il brano in cui Roma dorme e ci si sveglia alle 2:43 con le caramelle anti-panico. Un ritratto di sé stessa, ma anche del coraggio di risalire, dopo un momento difficile.Giudizio: una ballad che sarà valorizzata al massimo dall’orchestraIl ritornello: Sarà che questa vita non la prendo mai sul serio e che magari un giorno me ne pento, ma ora no.
FIORELLA MANNOIA – MARIPOSA: Fiorella Mannoia omaggia tutte le donne da quelle più coraggiose a quelle sottomesse per celebrare l’identità eterna e inviolabile di ognuna di loro. Un sound che si riallaccia al Sud America, un ritorno alle sonorità degli anni scorsi, che ha abbracciato con i progetti legati al Brasile. Giudizio: Energia e girl power Il ritornello: Mi chiamano con tutti i nomi, tutti quelli che mi hanno dato.
GEOLIER – I P’ ME E TU P’ TE: Una canzone allegra che ritrae una coppia perdutamente innamorata che ha consapevolezza e necessità di separarsi. L’amore alla fine di una storia sta anche nell’accettarne la fine per rispetto dell’altro partner. Ritmo tribale, rap, pop, sudamericano. Una tavolozza irresistibile di colori che conquisterà al primo ascolto. Giudizio: sarà tra i re di questo Festival. Il ritornello E stev pnzann a tutte le cose che ho fatto e tutto quello che ho perso non posso fare nient’altro
DARGEN D’AMICO – ONDA ALTA: Dargen trasformerà l’Ariston in una discoteca. Ma non fatevi ingannare dal sound perché il tema è forte: si parla di barconi e immigrazione, oltre che di guerre. Un pugno in faccia. Giudizio: tutti in discoteca con la coscienza accesa. Il ritornello Sta arrivando l’onda alta, stiamo fermi e non si parla e non si salta.
EMMA – APNEA: Scatenata e grintosa, beat incessante nel ritornello che non lascia scampo. Emma vuol far ballare e il suo obbiettivo è centrato. Un rapporto d’amore in bilico tra passato e presente, sempre in apnea. Giudizio: non deluderà e live renderà ancora di più. Il ritornello È colpa mia se adesso siamo in bilico, ma è colpa tua.
ANNALISA – SINCERAMENTE: Una canzone che è anche un impegno: “Dammi spazio e libertà e sarò tua”. Una donna forte che rivendica il suo diritto di essere libera. Annalisa ha fatto centro anche stavolta con un up-tempo che conquisterà radio e pubblico. L’anno giusto della medaglia d’oro? Scongiuri a parte…Giudizio: Podio. Il ritornello Sinceramente quando quando quando, piango anche se a volte mi nascondo.
MR.RAIN – DUE ALTALENE: È la storia vera di una perdita tragica, una delle più forti ed emotivamente difficili da vivere e superare, un genitore che perde i propri figli. Giudizio: intenso. Il ritornello Io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme, anche se dura un secondo come le comete.
MANINNI – SPETTACOLARE: L’amore vissuto visceralmente. Buona prima prova al Festival. Giudizio: La più sanremese. Il ritornello Ma abbracciami abbracciami che è normale, stringerti forte è spettacolare
RICCHI E POVERI – MA NON TUTTA LA VITA: Portano uno dei pezzi più moderni di questo Festival. Quindi non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Spensieratezza e amore. Giudizio: che moderni! Il ritornello Dammi retta scendi adesso in pista gira, gira, girerà la testa.
La pagella di DavideMaggio.it
Alessandra Amoroso – Fino a qui 7-
La nuova era di Alessandra Amoroso non è molto diversa dalla vecchia. Qualcosa cambia però: c’è uno scatto di maturità, Fino a Qui è una ballata intima, in cui la cantante si confessa provando a darsi uno spessore. Un’interpretazione accorata, ma senza strafare, potrebbe portarla dritta nella cinquina finale. L’impressione è che abbiano voluto cucire ‘Due Vite’ sulla Amoroso.
Verso cult: E quante notti sono stata sveglia a disegnare sul soffitto anche solo una stella, a sentirmi come Sally senza avere più voglia di fare la guerra
Alfa – Vai! 6+
Non sappiamo se la reference fosse un brano country o Ed Sheeran, fatto sta che dal cilindro di Alfa è uscito l’ennesimo brano orecchiabile, in cui si sentono pure dei fischi. Atmosfera scanzonata e tiktokabile.
Verso cult: Ma se morirò da giovane spero che sia dal ridere
Angelina Mango – La noia 7
La noia sembra una normale evoluzione degli ultimi singoli portati al successo dalla concorrente di Amici 22. In un Sanremo, abbastanza omologato musicalmente, Angelina si differenzia con un brano per certi versi sofisticato, pur senza avere pretese alte. Mostra sicurezza nel cambiare toni e nel giocare con gli ossimori.
Verso cult: Muoio senza morire
Annalisa – Sinceramente 7
Chi si aspettava un ritorno alla Annalisa della prima d’ora, per una consacrazione sanremese, rimarrà deluso. Sinceramente è rafforzativo di un posizionamento preciso iniziato con Bellissima. E’ un brano pop all’ennesima potenza, più alto e adulto rispetto a Mon Amour, pensato per la radio e, perchè no, per l’Eurovision…
Verso cult: Anche se a volte mi nascondo non mi sogno di tagliarmi le vene
Big Mama – La rabbia non ti basta 5 1/2
Sul palco potrebbe sprigionare tutta la carica, per ora è un insieme di parole che filano bene senza stupire.
Verso cult: Se anche fossi solo vetro ti coprirei per strada e mi farei colpire
bnkr44 – Governo punk 6
Brano orecchiabile e giovane, scanzonato quanto basta. Si fa ascoltare, eppure fatica a lasciare il segno.
Verso cult: Parliamo da soli in una notte di prigione con gli occhi spalancati e le labbra di silicone
Clara – Diamanti grezzi 6-
Clara è moderna, fa ballare e mixa i generi, testo un po’ deludente. Una canzone d’amore sì che tuttavia non sconfessa il suo personaggio.
Verso cult: Siamo la prima volta quella che non si scorda, quel bacio con la lingua che fa paura
Dargen D’Amico – Onda alta 7–
Anche stavolta Dargen sembra centrare il ritornello tormentone. Sfrontato, scapigliato, si fa notare.
Verso cult: C’è chi mi chiama figlio di puttana, che c’è di male?
Diodato – Ti muovi 6 1/2
Una canzone dalle venature un po’ blues in cui non manca l’occasione per far sentire la voce. Magnificente, possente, peccato per un ritornello che non si mantiene all’altezza.
Verso cult: Hai sciolto le catene che abbiamo stretto insieme per tenerci lontano.
Emma – Apnea 6-
Il brano d’amore parte bene e poi si perde, è come se avessero voluto mettere po’ troppe cose insieme. Finisce pure per ricordare, a un certo punto, Viola Valentino.
Verso cult: Trovale tu le parole nelle onde del televisore o del mare
Fiorella Mannoia – Mariposa 6–
Fiorella Mannoia sceglie un brano dalle sonorità vive in cui affrontare la tematica femminile; se volessimo descriverlo citando un pezzo esistente diremmo: Il Pescatore di De Andrè. Tra una similitudine e l’altra, risulta ripetitivo.
Verso cult: Sono stupore e meraviglia, sono negazione e orgasmo
Fred De Palma – Il cielo non ci vuole 6-
L’esordio sanremese di De Palma non tradisce il suo mondo. Non è il classico tormentone ma nemmeno si può dire che abbia fatto il salto.
Verso cult: Ma tu promettimi che staremo bene anche all’inferno, il cielo non ci vuole pieni di rimpianti fino all’overdose.
Gazzelle – Tutto qui 7-
Delicato, nostalgico senza essere smielato, Gazzelle non sfigura. Tuttavia, conoscendo la sua storia artistica, ci saremmo aspettati un pizzico di introspezione in più.
Verso cult: Sembriamo due panda, amore mio
Geolier – I p’ me, tu p’ te 8-
Geolier sa come deve parlare al suo pubblico, è lui, riconoscibile e non sbaglia. Il ritornello con l’acceleratore risulta pure superfluo. Ecco, se ad Alessandra Amoroso va il “premio Due Vite”, a Geolier il “premio Cenere”. Sappiamo com’è finita lo scorso anno ma questo? La notizia è che c’è anche un verso in italiano
Verso cult: T stai vestenn consapevole ca tia spuglia
Ghali – Casa mia 5+
Ghali abbandona la trap pura per un brano più vivo che non sembra avere quella forza di chi fino a poco tempo fa dominava le classifiche. Ritornello ‘da rivedere’ mentre le tematiche esplorate non sono a lui nuove.
Verso cult: siamo tutti zombie col telefono in mano
Il Tre – Fragili 7
In Fragili, Il Tre chiede scusa e si assolve. E anche noi lo assolviamo per un brano furbo,che racchiude i generi che vanno per la maggiore, risultando orecchiabile.
Verso cult: le tue pupille sembrano pallottole se mi guardi mi ferisci –
Il Volo – Capolavoro 6-
Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble sono quella roba lì: lirismo, amore, melodramma e qualche banalità. Il ritornello c’è ma non è possente come ai tempi di Grande Amore.
Verso cult: Io che sto seduto dentro a un cinema a sognare un po’ d’America e un po’ di casa tua
Irama – Tu no 6 1/2
Sanremo per Irama è ormai sinonimo di ballad. Tralasciando l’inizio gridato “da uomo del monte”, il brano è struggente e un briciolo banale. Manca quella parte cantabile che gli avrebbe consentito di raggiungere la perfezione nel contesto sanremese.
Verso cult: Cado ma in fondo me lo merito, il fondo è così gelido
La Sad – Autodistruttivo 6+
Un po’ Blink 182, un po’ Finley, i La Sad appaiono genuini e non forzati. Cantano come mangiano. La mano di Riccardo Zanotti, tra gli autori del brano, si è amalgamata bene con loro.
Verso cult: l‘amore spacca il cuore a metà, ti lascia in coma dentro al solito bar
Loredana Bertè – Pazza 7-
E’ un autoritratto/testamento in musica, con venature rock, quello di Loredana Bertè. La cantante si autoassolve e glorifica a suo modo, mettendo in evidenza altresì i paradossi con cui ha dovuto fare i conti (in un verso dice “prima ti dicono basta sei pazza e poi poi ti fanno santa“). Diretta e dal testo viralizzabile.
Verso cult: Col cuore che ho spremuto come un dentifricio e nella testa fuochi d’artificio
Mahmood – Tuta gold 7-
Tuta gold rispecchia l’anima da “ragazzo di Porta Venezia” di Mahmood. Il cantante si racconta alla sua maniera, menzionando bullismo e il rapporto con suo padre. Osa con il suo slang, meno col ritmo arabeggiante. Produzione impeccabile, ballabile e con un “jingle” da ricordare.
Verso cult: Maglia bianca oro sui denti blue jeans, non paragonarmi a una bitch così
Maninni – Spettacolare 7-
E’ dal giovane e sconosciuto Maninni che arriva la canzone forse più sanremese tra le 30 che saranno in gara. E viene da dire finalmente, in mezzo ad un mucchio di brani omologati, il sentore di tradizionale non guasta. Attenzione classicità, in questo caso, non fa rima con anzianità.
Verso cult: E ci saranno le giornate bastarde quelle che non ce la fai più
Mr. Rain – Due altalene 7-
E’ una canzone accorata, su un genitore che perde i propri figli, nello stile di Mr. Rain, con parti cantate e parti rappate. Il palcoscenico sanremese potrebbe valorizzarlo.
Verso cult: In mezzo al temporale abbiamo unito i nostri lividi come due oceani invisibili
Negramaro – Ricominciamo tutto 8-
I Negramaro fanno i Negramaro, aggrappandosi a quell’autenticità che li ha sempre contraddistinti a rischio di apparire scontati. Manca un po’ di graffio.
Verso cult: Eravamo una canzone di Battisti all’alba, anche senza bionde trecce
Renga e Nek – Pazzo di te 5 1/2
Non escono dalla loro comfort zone ma sono in ritardo di 15 anni. Al pubblico milf piacerà, sul resto nutriamo qualche dubbio.
Verso cult: L’amore è nobile, è fatto di un metallo indistruttibile
Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita 6
Un inno a cogliere l’attimo, che farà impazzire le balere, è il brano scelto dai Ricchi e Poveri per il ritorno in gara. Operazione coerente con la loro storia. Da segnalare l’incipit in cui sembrano autocitarsi: “che confusione il sabato sera”.
Verso cult: Anche la più bella rosa diventa appassita
Rose Villain – Click boom! 6 1/2
Un po’ uguale a se stessa, aspetto che non è necessariamente un male, e in linea col mood sanremese di quest’anno. L’interpretazione c’è, l’energia pure, si poteva scavare più a fondo.
Verso cult: Il cuore parla e dice stupida
Sangiovanni – Finiscimi 6 1/2
Sangiovanni fa mea culpa con la freschezza e l’ingenuità dei suoi ventuno anni. Finiscimi è una lettera d’amore e di scuse per gli errori commessi, intima e diretta, dedicata alla sua ex, Giulia Stabile. Catalizzerà sicuramente l’attenzione del gossip. Quota Tre metri sopra il cielo.
Verso cult: Io non so come si controllano le emozioni perciò delle volte ho fatto un po’ il coglione
Santi Francesi – L’amore in bocca 5
Toni drammatici, e un po’ da club, il debutto dei Santi Francesi più che con L’amore in bocca lascia con L’amaro in bocca.
Verso cult: Lascerò i vestiti per strada ti sembrerà strano seguire un filo di lana
The Kolors – Un ragazzo una ragazza 6-
Questa non è Ibiza ma potrebbe essere Marbella. Battute a parte, conserva un po’ di quel mondo, trovando rifugio in sonorità anni 80 e 90. Il ritornello ‘un ragazzo incontra una ragazza” vorrebbe essere martellante ma dubitiamo ci riesca.
Verso cult: Comprerei per te la luna se avessi money