La serie su Jeffrey Dahmer in poco più di un mese ha letteralmente sbancato su Netflix conquistato il secondo posto delle storie più viste di sempre dopo Squid Game.
Fra i vari tag inseriti da Netflix, inizialmente in Jeffrey Dahmer c’era anche quello “LGBT“, ma poco dopo è stato rimosso in seguito alle numerose critiche. Intervistato dal New York Times, come ripreso da Gay.it, il regista Ryan Murphy ha difeso il proprio progetto.
“Non mi è piaciuta quell’idea [di rimuovere il tag LGBT, ndr]. Ho chiesto perché e mi hanno detto che è stato perché le persone erano sconvolte dalla serie e si trattava di una storia sconvolgente. Ho pensato ‘Beh, sì’. Ma era una storia di un uomo gay e, ancora più importante, delle sue vittime gay”.
E ancora:
“E’ stata la cosa più grande che abbia mai visto, esamina davvero quanto sia facile farla franca se possiedi tutti i privilegi dei bianchi. E poi quali sono le regole adesso? Non dovremmo più fare film su un tiranno? La regola della mia carriera è stata: più sei specifico più puoi diventare universale. Inoltre non penso che tutte le storie gay debbano essere felici”. […]
Abbiamo contattato circa 20 persone tra famiglie e amici delle vittime cercando di ottenere input, cercando di parlare con loro, e non una sola persona ci ha risposto. Quindi ci siamo affidati quasi esclusivamente al nostro incredibile gruppo di ricercatori che… non so nemmeno come abbiano fatto a trovare molte di queste cose. Ma per noi è stato un lavoro a tempo pieno cercare di scoprire la verità su queste persone”.
Evan Peters svela alcune curiosità su come si è preparato a interpretare Jeffrey Dahmer https://t.co/h7KIeHjE9W
— BICCY.IT (@BITCHYFit) October 31, 2022