La Repubblica: “Sipario su Che Sarà, per Bortone potrebbe scattare un provvedimento”

21 Apr 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Serena Bortone La Repubblica

Il monologo censurato dalla Rai ma letto ugualmente da Serena Bortone al grido di “viva l’Italia antifascista sempre” potrebbe costarle caro, anzi molto caro. Secondo quanto scritto da La Repubblica, la sua trasmissione potrebbe essere chiusa e lei punita con un provvedimento disciplinare.

Il titolo dell’articolo nero su bianco è chiaro: “Sipario a giugno sulla trasmissione Che Sarà, e per la presentatrice potrebbe scattare un provvedimento disciplinare“. Aprendo l’articolo e scorrendo si legge:

“[…] A questo punto resta da capire perché dopo l’ok a Scurati, Corsini ordina lo stop alla prestazione. Semplice: nel frattempo gli approfondimenti avevano visionato il monologo, inadatto a TeleMeloni. […] Quelle di Viale Mazzini sono solo scuse per silenziare un intellettuale scomodo”. E ancora: “Il monologo Bortone lo ha letto e rischia di pagarla cara, il provvedimento disciplinare dicono sia pronto: Che Sarà potrebbe chiudere a fine stagione. Il prezzo della libertà e della disobbedienza civile”.

La Repubblica avrà ragione? La trasmissione Che Sarà di Serena Bortone verrà chiusa a giugno e tante care cose?

Che Sarà, la risposta di Scurati a Meloni

“Gentile Presidente, leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa dice di non sapere quali siano le vere ragioni della cancellazione del mio intervento in Rai. Bene, la informo che quanto lei incautamente afferma – pur ignorando per sua stessa ammissione la verità – è totalmente falso, sia per ciò che concerne il compenso, che per che riguarda l’entità dell’impegno. Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Ho solo accolto l’invito di un programma della tv pubblica a scrivere un monologo ad un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda, dall’agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto.

La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a motivazioni editoriali, così come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale, adesso pubblico. Il mio pensiero su fascismo e post fascismo ben radicato nei fatti doveva essere silenziato, continua ad esserlo ora che si sposta la discussione sulla questione pretestuosa del compenso. Pur di confondere le acque, un capo di governo, usando tutto il suo potere non esista ad attaccare un cittadino e scrittore. Questa presidente è una violenza, non fisica certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo da pagare oggi nella sua Italia?”

 

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