Jakub Jankto è il primo calciatore gay che gioca in serie A

Jakub Jankto lo scorso febbraio ha fatto coming out dichiarando di essere gay:

“Sono Jakub Jankto, sono gay e non voglio più nascondermi. Come tutti gli altri, ho i miei punti di forza. Ho i miei punti deboli. Ho una famiglia. Ho i miei amici. Ho un lavoro che svolgo al meglio da anni, con serietà, professionalità e passione. Come tutti gli altri, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Sono omosessuale e non voglio più mentire a nessuno“.

L’ex calciatore di Udinese e Sampdoria – proprio ai microfoni di SkyTg24 – qualche settimana dopo il coming out confessò di conoscere altri calciatori gay.

“Io sicuramente non farò i nomi, però ci sono altri calciatori gay. C’erano, ci sono e ci saranno. È così. Mi sono arrivati messaggi. Io non pretendo che adesso facciano coming out anche loro, però forse il mio esempio li può aiutare, magari nel futuro penseranno ‘lo posso fare anch’io’”.

Dichiarazione confermata anche dall’ex fidanzata di Jakub Jankto.

“Sono orgogliosa che sia stato in grado di raccogliere le forze per fare coming out. È il primo calciatore a farlo. Forse solo quelli che hanno concluso la loro carriera lo hanno ammesso. Molti altri lo tengono segreto. Hanno paura che la gente li metta alla gogna. […] Aveva paura che la gente non lo accettasse per quello che era. Era stressato per questo. Credo che alla gente piacerà tanto quanto prima”.

Jakub Jankto arruolato dal Cagliari: è il primo calciatore gay della Serie A

Jakub Jankto: “Ci sono altri calciatori gay, mi sono arrivati dei messaggi” https://t.co/UOpfkBmwDZ

— BICCY.IT (@BITCHYFit) July 10, 2023

Arruolato dal Cagliari, ora Jakub Jankto è a tutti gli effetti il primo calciatore apertamente gay che gioca in serie A. Il primo – si spera – di una lunga serie.

Calciatori gay, per Tardelli “ci sono è impossibile non ci siano”

“Secondo me ci sono. È statisticamente impossibile che non ci siano” – le parole dell’ex della Nazionale, Tardelli – “Io non vedrei il problema a dichiararlo. Ma non lo dicono perché forse sentono che non è il momento. Che non c’è il clima giusto. Ma il mondo attorno a noi è cambiato. Non vedo perché non debba cambiare anche il calcio”.