Giorgio Minisini: “Mi chiamavano fro, ecco cosa direi ai miei bulli oggi”
23 Feb 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti
Giorgio Misini è un campione italiano di nuoto sincronizzato e proprio a causa di questo sport da piccolo ha iniziato a essere vittima di insulti omofobi, come ha confessato tempo fa a Repubblica.
“A sei anni ho iniziato i primi allenamenti nel nuoto sincronizzato. Alle elementari nella mia classe erano tutti stupiti e chi sapeva della mia passione mi diceva ridendo che ero quello che si truccava, che ballava. Ho provato a giocare a calcio, sono andato avanti per un mese ma non mi piaceva, io volevo danzare in acqua. Al liceo mi chiamavano ‘sincrofr0cio’. Mi faceva male, tanto. Lo sport che avevo sceltro per gli altri era legato al mio orientamento sessuale. Ci imbrigliano in ruoli che non sentiamo nostri. Volevo mollare tutto, poi ho riflettuto e ho capito che non era giusto regalare a chi mi bullizzava la mia felicità. L’insulto a caldo fa male, ma oltre la reazione di pancia dev’esserci quella di testa. Se avessi mollato chi mi prendeva in giro avrebbe trovato un altro modo per offendermi: potevano essere l’apparecchio o i capelli lunghi. Io dico chiamami come ti pare, ma io sono felice“.
Giorgio Misini: “Cosa direi ora ai miei bulli”
Lo sportivo tuttavia non ha mai incontrato di nuovo quei bulli che lo chiamavano con la F-Word.
“Non ho avuto modo di incontrarli. Diciamo che non ne ho nemmeno mai sentito l’interesse o il bisogno di una rivalsa. Il problema principale all’epoca rimaneva risolvere la serenità con me stesso, dopo di che non ho problemi a pensare che c’è qualcuno in disaccordo con quello che faccio o con la mia idea di mondo. Faranno la loro vita, e io farò la mia”.
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