No, non è una barzelletta: la Lega ha davvero presentato in Senato una loro legge contro l’omofobia a distanza di 24 ore dalle loro ultime dichiarazioni in merito, ovvero che “non serve nessuna legge contro l’omofobia perché chi aggredisce viene già punito dalle leggi esistenti”.
Ovviamente i leghisti non sono degli sprovveduti e conoscono benissimo i sondaggi in merito a questo tema (e che vogliono solo il 26% degli italiani contrario ad una legge sull’omofobia), per questo stamattina hanno presentato il loro DDL.
Un DDL contro l’omofobia cortissimo, scritto male e che esclude pure la comunità transessuale, come se loro non facessero parte della LGBT+ community o non venissero discriminati. Insomma, cartastraccia creata solo per contrastare il DDL Zan già approvato alla Camera.
Il testo presentato dalle destre in alternativa al #DDLZan esclude le persone trans, le più vulnerabili, le più esposte, le più discriminate. Vogliono cancellare le nostre vite, la nostra dignità, la nostra incolumità fisica e morale. #omotransfobia
— vladimir luxuria (@vladiluxuria) May 6, 2021
Per fortuna la Commissione Giustizia del Sanato ha votato in maniera negativa sottolineando come l’unico DDL contro l’omofobia da esaminare e votare sia quello partorito dal Partito Democratico e che porta il nome di Alessandro Zan.
In prima linea nel supportare la legge contro l’omofobia presentata dalla Lega c’era ovviamente Giorgia Meloni, che ha sottolineato come il DDL della Lega, al contrario di quello Zan, non porti la teoria gender nelle scuole.
“L’iniziativa della Lega mi sembra intelligente, nel senso che è giusto circoscrivere lasciando da parte materie che secondo noi non c’entrano niente con la lotta alla discriminazione, come il gender nelle scuole”.
A domanda diretta però di una cronista sul cosa sia il gender, la Meloni ha candidamente ammesso di non saperlo. Insomma, è contro “il gender nelle scuole” senza neanche sapere cosa sia. Meglio di un film horror.
#CineMeloni:
Perché, dopo aver affermato che una delle materie del Ddl Zan è “il gender nelle scuole”, la leader di Fratelli d’Italia ha ammesso di non aver mai capito bene cosa vuol dire questo terminepic.twitter.com/hHgFBboxe5— Perché è in tendenza? (@perchetendenza) May 6, 2021
Ovviamente il “GENDER”, termine usato quasi in modo dispregiativo che allude agli studi sulla teoria dei generi, non sarà introdotto nelle scuole come materia didattica (al contrario dell’ora di religione, onnipresente ogni settimana tutto l’anno, coff coff), ma sarà una semplice ora ANNUALE in cui un professore indicato spiegherà ai propri alunni cosa significa essere LGBT e cosa è l’omofobia. Un insegnamento per cercare di sconfiggere fin da subito l’ignoranza che porta poi alla discriminazione.