Salerno, coppia gay separata in un locale: “Intorno a noi le coppie etero si abbracciavano tranquillamente”

Scene di ordinaria omofobia, coppia gay vittima di discriminazione a Policastro.

29 Lug 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Per la rubrica suggerita da Giorgia Meloni e Matteo Salvini ‘L’Italia è un paese che non discrimina i gay‘ ecco una nuova storia di ordinaria omofobia. Lo scorso week end una coppia gay campana non è stata fatta entrare in uno stabilimento balneare perché “riservato ad etero” e qualche giorno fa è capitata una disavventura simile ad altri due ragazzi. Michele e il suo fidanzato si trovavano in un locale in provincia di Salerno e quando si sono baciati un buttafuori è intervenuto a separarli, nonostante intorno a loro ci fossero altre coppie (etero) avvinghiate.

“Questo post è uno sfogo. Senti di aver fatto tanti passi avanti, ti senti libero ma spesso la realtà viene a darti uno schiaffo. Due giorni fa eravamo a una serata all’aperto a Policastro e un bodyguard ci ha separato mentre ci baciavamo. Nessuno schiaffo. Un corpo che si è intromesso nella nostra intimità, brutalmente. A niente è servito dirgli che siamo congiunti, che viviamo insieme. Dovevamo stare distanti. Mentre decine di altre coppie si abbracciavano indisturbate. Siamo andati a parlare con i responsabili della serata che ci hanno fatto rimbalzare da un nome a un altro. Allora siamo andati a raccontare tutto al dj e gli abbiamo chiesto di lanciare un messaggio sul rispetto dell’amore. Lui ci ha risposto con un cenno della mano: andatevene. Siamo usciti dal lido, eravamo incazzati, stremati e disgustati a tal punto che abbiamo vomitato entrambi. Ci siamo retti la fronte a vicenda. Poi ci siamo messi a guardare il mare. È arrivata l’alba. E tutto è sembrato più sopportabile. Perché? Forse perché il sole sorge per tutti, anche per noi.
Una cosa voglio dire. Mentre tutti urlano che la legge contro l’omobitransfobia è un reato, io dico che questa legge per noi è uno strumento di libertà, di dignità, di difesa contro i milioni di atti quotidiani di coloro che si sentono in diritto di dirci che non possiamo essere chi siamo. Tutto qui. Semplicemente. Buona estate”.

Capisco la rabbia, la frustrazione e l’umiliazione che si prova in certi momenti, visto che qualche anno fa è capitata una cosa simile anche a me e ai miei amici in un noto camping di Torre del Lago. Quello che hanno fatto Michele e il suo compagno è giusto, in certi casi non si può e non si deve rimanere in silenzio, ma è nostro diritto (a anche dovere) chiedere spiegazioni e farci valere. A me spiace solo che certi episodi vengano minimizzati non solo da chi non vive sulla propria pelle la discriminazione per l’orientamento sessuale, ma anche da alcune persone LGBT. Dovremmo smetterla di normalizzare l’ignoranza e l’omofobia, anche se ci circondano quotidianamente e in qualche modo ci siamo abituati a certi orrori.

Ricordate che tutto questo fra qualche decennio verrà ricordato proprio come…

 

 

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