La famiglia di Varrese contro le Luzzers: “Gogna social contro Massimiliano”

28 Gen 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

famiglia massimiliano varrese

La famiglia di Massimiliano Varrese – nella figura di Luisa, Monica e Stefania, rispettivamente madre, sorella e zia – si è scagliata apertamente contro il fandom di Beatrice Luzzi. Lo ha fatto fra le pagine di FanPage.

Doveva essere una bella esperienza ma è diventato un incubo. La signora Beatrice Luzzi ha addirittura parlato di molestie. È gravissimo“, ha esordito la zia a cui ha fatto eco la sorella:

“Le Luzzers, le fan più accanite di Beatrice Luzzi, hanno addirittura parlato di femminicidio. Non posso rispondere perché altrimenti mi metterei allo stesso livello ma quel fandom è diventato una setta. Addirittura, quando è morto il padre di Beatrice, si sono augurati che a mio fratello accadesse la stessa cosa. Non è più un gioco. […] Mi chiedo cosa abbia fatto Massimiliano di tanto grave da meritarsi questo trattamento. Ha reagito alle provocazioni di Beatrice che ne ha dette più di mio fratello. Le sue, però, non sono state mostrate”.

La famiglia di Varrese ha infatti descritto Massimiliano come una povera vittima.

“Mio figlio è vittima di una carneficina, non è più un gioco. Mi ha fatto male vederlo umiliato di fronte a milioni di persone quando gli è stato letto quanto la sua ex compagna aveva scritto a favore di Beatrice Luzzi e contro di lui. È stato uno smacco, per di più perché è avvenuto in diretta. Questo è uno degli episodi che mi ha fatto più male ma ce ne sono decine. […] Da madre, non ho potuto fare niente. Ho parlato con decine di avvocati e tutti mi hanno detto che dovrà essere lui a decidere una volta uscito”.

La famiglia di Varrese: “Lui umile”

Ovviamente né la madre, né la zia, né la sorella hanno mai commentato le cattiverie dette da Massimiliano che è stato descritto addirittura come uomo UMILE, nonostante abbia portato l’hip hop in Italia (cit.).

“Provo rabbia perché Massimiliano non si è mai vantato, è sempre stato modesto, non si è mai montato la testa e fa questo mestiere da quando aveva 19 anni. Sto vivendo un incubo, non è più un gioco. È un massacro: massacrano sia la persona che l’artista”.

 

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