Faccetta Nera, un concorrente del GF Vip la canta e il pubblico chiede la squalifica

10 Nov 2022 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Faccetta nera GFVip

Altro giorno, altra polemica al Grande Fratello Vip. Questa volta ad aver alzato un polverone pare sia stata Micol Incorvaia (almeno secondo gli utenti di Twitter). Poco fa la ragazza si stava preparando per la puntata insieme ad Oriana Marzoli, Sarah Altobello e Antonella Fiordelisi, e qualcuno ha canticchiato una piccola parte di Faccetta Nera. Nel dettaglio una ragazza ha sussurrato: “Faccetta nera, bell’abissina…

Sui social c’è già chi chiede un provvedimento disciplinare o addirittura la squalifica. Onestamente non penso che l’ugola d’oro (chiunque sia) possa essere squalificata per aver canticchiato questa canzone (orrenda e che ricorda una dittatura). Ma dovesse essere stata davvero Micol e se il GF Vip decidesse davvero di eliminarla,  sarebbe la seconda volta per un’Incorvaia, visto che due anni fa anche la sorella Clizia è stata espulsa.

Storia di faccetta Nera.

“Faccetta nera è una canzone scritta da Renato Micheli e musicata da Mario Ruccione nell’aprile del 1935. – riporta Wikipedia – Essa è stata composta in occasione della grande diffusione di notizie da parte della propaganda fascista relative all’Etiopia e, in particolare, della schiavitù su parte della popolazione abissina. Tali notizie servirono in parte a giustificare l’intervento militare che, oltre a procurare all’Italia un “posto al sole” (ossia una propria colonia), doveva porre fine alla condizione così degradata della popolazione.

Nel 1935, mentre lo Stato maggiore dell’Esercito italiano prepara le operazioni militari in Abissinia, l’odierna Etiopia, incominciano a essere pubblicate notizie relative allo sfruttamento della schiavitù a cui era sottoposta la popolazione abissina, ed è appunto la liberazione dalla schiavitù il tema che la propaganda italiana vuole attribuire all’occupazione dell’Etiopia.

Il poeta romano Renato Micheli, in seguito alla lettura di tali notizie, scrive una composizione in romanesco con l’intenzione di presentarla al Festival della canzone romana del 1935. Intento della canzone era quello di decantare il colonialismo italiano fascista nell’Africa orientale, esaltando la missione “civilizzatrice” di Roma attraverso il riferimento alla pratica del madamato, per cui le donne etiopi venivano ridotte in schiavitù dai militari italiani e abusate sessualmente.

Al Festival non se ne fa nulla, ma poco tempo dopo la canzone viene musicata dal maestro Mario Ruccione e conosce l’onore della ribalta al teatro Capranica, grazie all’interpretazione di Carlo Buti. Al cinema-teatro Quattro Fontane di Roma, Faccetta nera viene cantata dalla compagnia della Fougez. In scena compare in catene una giovane di colore, poi arriva la Fougez nelle vesti dell’Italia che la libera e le fa indossare una camicia nera”.

Share this article

Non vuoi perderti le ultime news?

Seguici anche su Facebook, Instagram e

Twitter!