Critiche ad Amici da parte di due famosi cantanti: “Poveri ragazzi”

12 Nov 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Le critiche ad Amici

Qualche settimana fa Luca Jurman è tornato a scagliarsi contro l’autotune usato anche ad Amici di Maria e in particolare se l’è presa con Rudy Zerbi. Critiche al prof di canto della scuola mariana, che è stato anche definito una vergogna per la musica. E proprio sotto al post Instagram di Jurman sono arrivati i commenti di altri due famosi musicisti.

Le critiche di Morgan e Mario Biondi.

Morgan ha quotato le critiche di Luca Jurman e ha rilanciato: “Ma Zerbi non ha una visione della musica né antica né moderna, non ce l’ha e basta“. Poche ore dopo è intervenuto un altro famosissimo cantante, Mario Biondi, che però non se l’è presa con Rudy: “Poveri piccoli spremuti e fregati per una vana gloria“.

Su Rudy Zerbi ognuno può avere il parere che vuole, invece non trovo giusto dire che qualcuno sprema e freghi i ragazzi di Amici. Molti degli alunni fanno fortuna grazie al programma, realizzano il proprio sogno e riescono a vivere della propria passione. Certo, non vale per tutti, ma questo nessuno glielo promette nel talent. A comprare i dischi sono le persone da casa, Amici offre una vetrina (e mette in contatto gli alunni con le case discografiche, cosa non da poco), poi sta ad ogni cantante cercare di rilasciare musica il quanto più possibile vicina al gusto del proprio pubblico.

Maria De Filippi nel 2017 dopo l’abbandono di Morgan ad Amici.

“Spero che in un futuro prossimo le dichiarazione pubbliche di Morgan, corrispondano a quelle che mi fa
privatamente.

Considero Morgan un artista a tutti gli effetti, un uomo pieno di cultura, pieno di ironia, di conoscenza e di esperienza. È un musicista e sa tanto di musica, doti eccezionali per ricoprire, credevo, il ruolo di Coach capitanando una delle due squadre che si fronteggiano durante la fase serale di Amici.

Ho sbagliato. Non nel riconoscergli queste prerogative perché le ha, ma perché ho creduto che potessero bastare, non valutando che avrebbe anche dovuto ricoprire un altro aspetto purtroppo altrettanto necessario: corrispondere alle esigenze dei ragazzi. Creare quel legame che porti i ragazzi in gara, a credere nel loro coach; far si che i ragazzi gli riconoscano le capacità di guida e di crescita come è giusto che sia in ogni rapporto costruttivo e mai impositivo”.

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