“Quando vado ospite da Barbara d’Urso [a Live Non è la d’Urso, ndr] mi sento un alieno in mezzo a quei ragazzi giovani e belli, a quelle donne in minigonna e truccate, radicalmente diversi da me. Lì si accende la gioia di fare l’antropologo e il voyeurista. E la voglia di difendere Barbara dai moralisti”.
E questa non è la prima volta che lo fa, dato che a lei ha pure dedicato un lungo elogio nel suo libro.
Costantino Della Gherardesca è tornato a parlare (bene) di Barbara d’Urso, le volte precedenti
Nel 2018 su Oggi:
“I suoi programmi? Ma che danni possono fare? I veri danni li hanno fatti i programmi di disinformazione. Il suo è vero trash e non cattivo gusto. Chi l’attacca spera di nobilitare il livello mediocre dei propri programmi. Peccato che nessuno dei suoi detrattori conduca programmi di neuroscienza, né intervisti premi nobel. Innanzitutto, Santa Barbara possiede una delle caratteristiche che ci si aspetta da una creatura del suo livello spirituale: essere quotidianamente sottoposta a un’impietosa gogna mediatica, una pena che la teologia moderna – in mancanza di leoni e colossei – dovrebbe considerare equivalente al martirio. Questa sua propensione a subire linciaggi sarebbe più che sufficiente a rendermela simpatica, ma Santa Barbara ha molti più meriti: basta metterla al confronto con i suoi illustri colleghi”.
Nel 2019 a Panorama:
“Di recente ho guardato molto Barbara d’Urso. Se guardo Barbara d’Urso? Sì, la amo. E poi mi sono appassionato al Prati – Gate: più che uno scandalo, lo considero un’opera d’arte moderna. Penso l’indotto giornalisti, parrucchieri, autori tv, comparse, soubrette in declino che ha lavorato e guadagnato grazie a due uomini che non esistono”.