Cosenza, 16enne picchiato dallo zio: “Non vogliamo gay in famiglia, muori!”

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Nuovo grave episodio di omofobia, questa volta in Calabra. Lo scorso 17 maggio, proprio nella giornata mondiale contro l'omotransfobia, un 16enne di Cosenza è stato pestato dallo zio, con l'aiuto di altri 3 uomini. Il motivo di questa assurda aggressione? Il ragazzo è gay e questo al padre e allo zio non va giù. La vittima è uscita per raggiungere le sue amiche, lo zio paterno ed alcuni amici l'hanno raggiunto e l'hanno riempito di pugni e calci. Dopo il pestaggio il ragazzo ha riportato una deviazione del setto nasale, 4 costole rotte e diverse lesioni. E noi dobbiamo ancora stare ad ascoltare certi politici (tutti dello stesso schieramento ovviamente) che ci ripetono quanto il DDL Zan non sia una priorità o  che in Italia non ci sia un'emergenza 'omofobia'.

Presidente di Arci Cosenza: "Sempre più necessario parlare di violenza sulle persone LGBT".

"Non voglio andare via da casa perché con mamma sto bene, è solo papà il violento. Mamma mi dice sempre: fatti forza e sii coraggioso" Ha 16 anni. Il 17 maggio ha deciso di legare una bandana rainbow sul suo zaino e uscire con le sue amiche. Durante il tragitto viene fermato dallo zio paterno (avvisato dal papà). Lo zio parcheggia la macchina, si avvicina e gli dice: "Non vogliamo ri*****ni nella nostra famiglia" e gli sferra un primo schiaffo, che diventa poi un pugno e subito dopo un calcio, una serie di calci. Non contento lo zio chiama altri tre uomini per aiutarlo. Risultato: 4 costole rotte, setto nasale deviato, lesioni di vario genere. Lo zio lo carica in macchina, lo porta a casa e: "Ora muori in casa". Siamo in Calabria. Siamo in provincia di Cosenza. Sono state fatte le giuste e necessarie denunce. Non serve altro. Fisicamente il ragazzo sta meglio, si riprenderà. Moralmente e psicologicamente non oso immaginare come stia, forse non lo voglio immaginare. Condivido con voi tutte e tutti questo episodio solo per ricordarvi quanto è necessario e importante parlare di violenza di genere, di questioni LGBTI, di identità di genere e di orientamenti sessuali. Per farvi capire quanto è necessario parlare del 17 maggio, di omofobia, transfobia e lesbofobia. Per darvi un buon motivo per scendere in piazza e partecipare, partecipare e partecipare alle iniziative di contrasto all'odio e alla violenza. Report necessario: in ospedale sono stati/e super accoglienti e gentili (c'è una parte di sanità in Calabria che manifesta inclusione). Le forze dell'ordine hanno svolto il loro lavoro. Gli/le assistenti sociali (stendiamo un velo pietoso)".