Che Sarà, Bortone riceve un messaggio di Scurati che smentisce la Meloni

20 Apr 2024 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Che Sarà Serena

La Rai ha deciso di bloccare l’intervento di Antonio Scurati, che avrebbe dovuto leggere a Che Sarà un suo monologo sul 25 aprile. Per giustificare questa dura decisione sono usciti rumor davvero fantasiosi di ogni tipo, addirittura c’è chi parlava di chacet troppo alto per lo scrittore, ma Serena Bortone ha smentito tutto ed ha anche letto il chiacchierato monologo.

In merito allo stop per Scurati è intervenuta anche Giorgia Meloni, che su Facebook ha scritto: “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo“.

Addirittura tirare in ballo presunti cachet (non verificati) e paragonarli “agli stipendi”? Era così in difficoltà da dover rispondere con questo populismo spicciolo da bar dello sport? Ma soprattutto: ancora una volta la presidente del Consiglio attacca un privato cittadino (l’ha fatto anche con Chiara Ferragni e anche in quel caso ha parlato di soldi) da un suo profilo social e questo fa meno ridere.

Trascinare nel fango il dibattito parlando di soldi è sempre triste, ma se poi a farlo è chi veste con tailleur da migliaia di Euro, guadagna decisamente più di un “dipendente” e vive da privilegiata, fa diventare tutto surreale. Possibile che chi vota questa gente non se ne accorga?

Che Sarà: Scurati e il messaggio alla Bortone.

Non solo il monologo regalato alla trasmissione Che Sarà, Scurati ha anche inviato un messaggio a Serena. Nel testo lo scrittore ha replicato al post della nostra presidente del consiglio.

“Gentile Presidente, leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa dice di non sapere quali siano le vere ragioni della cancellazione del mio intervento in Rai. Bene, la informo che quanto lei incautamente afferma – pur ignorando per sua stessa ammissione la verità – è totalmente falso, sia per ciò che concerne il compenso, che per che riguarda l’entità dell’impegno.

Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Ho solo accolto l’invito di un programma della tv pubblica a scrivere un monologo ad un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda, dall’agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto.

La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a motivazioni editoriali, così come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale, adesso pubblico.

Il mio pensiero su fascismo e post fascismo ben radicato nei fatti doveva essere silenziato, continua ad esserlo ora che si sposta la discussione sulla questione pretestuosa del compenso.

Pur di confondere le acque, un capo di governo, usando tutto il suo potere non esista ad attaccare un cittadino e scrittore. Questa presidente è una violenza, non fisica certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo da pagare oggi nella sua Italia?”

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