Britney Spears: quello che c’è da sapere sul movimento Free Britney

16 Lug 2020 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Nel 2019 Britney Spears sarebbe dovuta tornare a Las Vegas con una grandiosa residenza dal nome ‘Domination‘. Qualcosa è andato storto, ufficialmente la Spears ha annunciato l’annullamento di tutti gli show a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute di suo padre. In realtà abbiamo poi scoperto che la popstar era stata ricoverata in una clinica psichiatrica ad inizio 2019.

Da quel momento sui social è nato l’hashtag FreeBritney, un movimento creato dai fan della principessa del pop che chiedono la libertà della cantante dalla tutela di suo padre. Jamie Spears grazie alla conservatorship controlla ogni singolo aspetto della vita di sua figlia dal 2008.

Volete qualche esempio di quello che Britney Spears non può fare senza il consenso di Jamie? Ecco una lista di ciò che è proibito per la star.

Guidare la macchina;
sposarsi con chi vuole
avere bambini quando vuole
spendere i suoi soldi
sapere come vengono spesi i suoi soldi
vedere i suoi figli (lei ha il 30%della custodia)
lasciare la sua casa
scegliere un proprio avvocato
avere il controllo sulla sua carriera
parlare pubblicamente della tutela di suo padre
rilasciare interviste e i tagli finali sono comunque supervisionati dal padre
utilizzare un telefono cellulare senza che questo sia monitorato
utilizzare i social media senza che questi siano monitorati
contattare chiunque senza essere controllata a vista
andare a fare shopping

Tra il 2019 e il 2020 i media avevano spento i riflettori sul movimento Free Britney, che però sono tornati ad accendersi grazie alle dichiarazioni della cugina di Britney Spears e del fotografo Andrew Gallery.

“Ho visto il movimento Free Britney e sento il bisogno di parlare. Ho lavorato con Britney Spears nel 2008 e 2009, sono anche andato con lei in tour. Siamo diventati amici e ci vedevamo tutti i giorni, in quel periodo mi dette una lettera che voleva vi leggessi. La lettera originale è stata distrutta dal suo team, ma per fortuna ne ho fatto delle copie. […]

Nel 2008 ero sotto contratto e non potevo parlarvi di questa cosa. Adesso, vedendo quello che sta accadendo sono preoccupato per lei e ho voluto raccontare tutto”.

“Lei è arrivata sul set fotografico con un’idea precisa per questo servizio. Voleva avere delle gabbie, per far sapere a tutti che era in trappola e non aveva libertà. La sua unica libertà era quella di credere in se stessa. […] Certo che è in gabbia, e la sua vita in trappola lo era già prima della famosa conservatorship, posso dirvi questo”.

Se non altro le è ancora concesso ballare…

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