Baglioni, le perplessità su Sanremo: “Canzoni diventano un contorno”

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Conduttore e direttore artistico delle edizioni 2018 e 2019 del Festival di Sanremo, ieri Claudio Baglioni ha detto la sua sulla kermesse. Il cantante è stato ospite del TG 1 per presentare i suoi concerti di settembre e ottobre ‘A Tutto Cuore’ ed ha risposto alle domande sul Festival. Baglioni ha rivelato di non aver seguito le ultime edizioni di Sanremo perché era impegnato con i suoi tour, ma poi ha espresso qualche perplessità. Secondo l’artista le canzoni in certe occasioni diventerebbero un contorno e questo – secondo lui – si potrebbe modificare affiancando un altro festival delle musica a quello di Sanremo.



“No non ho seguito le ultime edizioni del Festival di Sanremo. Non l’ho potuto vedere, perché sono in tour nei teatri lirici, quest’anno e anche l’anno scorso tutte le sere ero impegnato.

Ne ho sentito parlare molto, avendo fatto per due anni il direttore artistico so quanto difficile è questo mestiere. In ogni caso, Sanremo è un fenomeno, credo ce ne siano pochi al mondo.



Probabilmente, in certe occasioni, le canzoni diventano un contorno del contorno. Forse si potrebbe riequilibrare, forse si potrebbe mettere accanto a Sanremo un piccolo festival delle musiche, alla stessa stregua del festival del cinema o di opere letterarie”.

Che le canzoni facciano da contorno non sono molto d’accordo, l’esempio è l’edizione 2022 del Festival, che ha collezionato 33 dischi di platino e 6 d’oro.



Claudio Baglioni sul suo ultimo album.

“Questo album è nato con la voglia di cercare uno spirito un po’ perso dal mondo musicale. Quello di fare la lavorazione di un disco a mano. Ci sono effetti di suono digitale ed elettronico, ma usati per dare suggestioni ulteriori. Ho inciso il disco, come si diceva un tempo. Ho messo su un grande organico di musicisti e arrangiatori. La tecnologia si può usare per la realizzazione finale per far prima e per far meglio, o anche portarla dentro l’opera di espressione. Si può fare un album a mano o a macchina. Io sono nato nell’epoca analogica e quindi il mio ritorno è tornare sul luogo del delitto per commettere il più bello dei reati. Per me significa tornare indietro, ma non solo per ricordare.