Sono passati tre anni da quando Jean Pierre Moreno, attivista LGBT+, è stato insultato, spintonato, preso a calci e cazzotti da un perfetto sconosciuto solo perché si stava baciando col proprio fidanzato. Un bacio innocente, sulle labbra, nella metropolitana di Roma aspettando il treno.
Davanti al bacio fra l’attivista e il suo compagno, l’uomo attraversò i binari solo per urlargli contro ‘ma non vi vergognate?‘ per poi cominciare a picchiare. Immagini che fecero il giro del mondo e che vi riportai anche io, chiedendo espressamente una legge contro l’omofobia. Purtroppo il DDL Zan, nonostante le pressioni da parte delle associazioni, è stato bocciato in Senato al grido di “ci sono altre priorità / non ce n’è bisogno”.
Eppure, a giudicare dalla sentenza emessa dal giudice, bisogno del DDL Zan ce n’era (e ce n’è). L’uomo, infatti, è stato semplicemente condannato per “lesioni personali” senza l’aggiunta di nessuna aggravante, come quella dei “futili motivi”, suggerita dall’avvocata che lo difendeva. L’aggressore è stato chiamato a pagare circa 1600 euro fra multa e risarcimento. Stop.
Aggressione omofoba a Roma, la politica chiede che venga approvata la legge Zanhttps://t.co/hEwlvD4vNX pic.twitter.com/NMIudqArEW
— StraNotizie.it (@StraNotizie) March 21, 2021
Immediate le parole di Martina Colomasi, avvocata di Jean Pierre Moreno.
“La sentenza non tiene conto della sproporzione tra il motivo e il reato commesso e non contempla l’aggravante per futili motivi. In assenza di un inquadramento della matrice omofobica tra le fattispecie legate ai reati di istigazione all’odio e alla violenza (ex legge Mancino, 604 bis e ter c.p.), l’aggravante era l’unico modo per ottenere una sentenza che potesse riconoscere almeno in parte la gravità di quanto commesso”.
Rosario Coco, presidente di GayNet (associazione LGBT+ a cui è iscritto proprio l’attivista Jean Pierre Moreno), ha aggiunto:
“Questo caso sconfessa definitivamente anche il mantra del ‘le leggi ci sono già’, perché non è stata riconosciuta nemmeno l’aggravante per futili motivi. In attesa delle motivazioni della sentenza, è ormai chiaro che un caso di violenza omofobica di risonanza planetaria, è stato trattato come una banale lite per un parcheggio e sanzionato come un eccesso di velocità”.