Attivista gay picchiato a Roma perché baciava il fidanzato: la sentenza del giudice fa discutere

15 Mar 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

attivista gay

Sono passati tre anni da quando Jean Pierre Moreno, attivista LGBT+, è stato insultato, spintonato, preso a calci e cazzotti da un perfetto sconosciuto solo perché si stava baciando col proprio fidanzato. Un bacio innocente, sulle labbra, nella metropolitana di Roma aspettando il treno.

Davanti al bacio fra l’attivista e il suo compagno, l’uomo attraversò i binari solo per urlargli contro ‘ma non vi vergognate?‘ per poi cominciare a picchiare. Immagini che fecero il giro del mondo e che vi riportai anche io, chiedendo espressamente una legge contro l’omofobia. Purtroppo il DDL Zan, nonostante le pressioni da parte delle associazioni, è stato bocciato in Senato al grido di “ci sono altre priorità / non ce n’è bisogno”.

Eppure, a giudicare dalla sentenza emessa dal giudice, bisogno del DDL Zan ce n’era (e ce n’è). L’uomo, infatti, è stato semplicemente condannato per “lesioni personali” senza l’aggiunta di nessuna aggravante, come quella dei “futili motivi”, suggerita dall’avvocata che lo difendeva. L’aggressore è stato chiamato a pagare circa 1600 euro fra multa e risarcimento. Stop.

Attivista picchiato perché gay, il giudice non dà nessun aggravante all’aggressore

Immediate le parole di Martina Colomasi, avvocata di Jean Pierre Moreno.

“La sentenza non tiene conto della sproporzione tra il motivo e il reato commesso e non contempla l’aggravante per futili motivi. In assenza di un inquadramento della matrice omofobica tra le fattispecie legate ai reati di istigazione all’odio e alla violenza (ex legge Mancino, 604 bis e ter c.p.), l’aggravante era l’unico modo per ottenere una sentenza che potesse riconoscere almeno in parte la gravità di quanto commesso”.

Rosario Coco, presidente di GayNet (associazione LGBT+ a cui è iscritto proprio l’attivista Jean Pierre Moreno), ha aggiunto:

“Questo caso sconfessa definitivamente anche il mantra del ‘le leggi ci sono già’, perché non è stata riconosciuta nemmeno l’aggravante per futili motivi. In attesa delle motivazioni della sentenza, è ormai chiaro che un caso di violenza omofobica di risonanza planetaria, è stato trattato come una banale lite per un parcheggio e sanzionato come un eccesso di velocità”.

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