Alfonso Signorini ha approfittato del matrimonio di Alberto Matano per pubblicare sul settimanale Chi una lunga lettera scritta a cuore aperto.
Il giornalista, nel celebrare l’amore fra Alberto e Riccardo, si è aperto con i suoi lettori confessando di aver preso piena consapevolezza di se stesso relativamente tardi, a ben 28 anni.
“Se penso a me bambino mi guardo con tanta tenerezza. Un bambino in prigione. Guardavo le bambole di mia sorella, le pettinavo di nascosto, ma l’orecchio era sempre vigile: appena sentivo i passi della mamma e del papà avvicinarsi alla mia cameretta, ritornavo a giocare con le macchinine. […] Guardavo i film della Disney. Avrò visto, non esagero, migliaia di volte la scena in cui la Fata Smemorina agghinda Cenerentola per il ballo al castello del suo Principe Azzurro. A Carnevale io scelsi proprio quel costume, da principe azzurro, mentre tutti i miei compagni erano vestiti da Zorro o da cowboy”.
Il racconto poi prosegue.
“Crescendo, dentro di me, sentivo che avrei passato il resto della mia vita a nascondermi. Mi facevano compagnia solo gli eroi del mondo antico. Quel mondo dove gli uomini erano amici fra loro e non dovevano vergognarsene”.
E ancora:
“Per anni, per sentirmi più integrato e meno isolato, ho fatto quello che non avrei mai voluto fare. Ho imparato a dire parolacce (perché così facevano i maschi del mio quartiere), ho portato le ragazze in camporella (e me ne sono pure vantato con gli amici). Ma per me sognavo altro e guardavo sottocchio i compagni più carini. […] Per anni ho vissuto una vita parallela, nascosta, oscura. Mi sentivo fuori posto ovunque e vivevo col terrore di essere scoperto. […] Non voglio parlarvi delle sofferenze che ho patito”.
Una bellissima lettera. Se ad oggi conduttori apertamente omosessuali come Alberto Matano e lo stesso Alfonso Signorini conducono programmi di punta su reti ammiraglie è senza dubbio un orgoglio ed un merito delle molteplici rivendicazioni di poter essere se stessi.